Mi presento: sono il Lambro, da cinquant’anni sono scambiato per una fogna a cielo aperto
23 febbraio 2010, una data che sicuramente non dimenticherò facilmente.
Il 23 dello scorso mese, infatti, ignoti incoscienti hanno causato lo sversamento nelle mie acque di migliaia di litri di idrocarburi e residui inquinanti. A nulla sono valsi gli sforzi della Protezione Civile di contenere il danno, e grazie anche a me una marea nera ha attraversato la Lombardia e si è versata nel fiume Po.
Vi starete domandando chi sono io? Avete perfettamente ragione. Non mi sono presentato.
Ebbene sono il Lamber un fiume antico che nasce a mille metri di altitudine appena sopra il Ghisallo, precisamente in località Pian Lavena… e sono qui per chiedere il vostro aiuto.
Per cosa?
Ma per quello che sta accadendo nelle mie acque e sulle mie sponde.
Per comprendere meglio ritorniamo quindi al 23 febbraio scorso.
La mattina del 23 i soliti ignoti (o idioti- lascio a voi inserire l’aggettivo che più vi piace) hanno deliberatamente aperto, nei pressi di Villasanta, alcune valvole di enormi serbatoi zeppi di oli combustibili e petrolio col solo intento di fare danni.
Un’enorme marea nera ha iniziato a percorrere il mio corso, ed a nulla è valsa neppure la barriera costituita dal depuratore di Monza.
Immediatamente sembra che da ogni parte tutti abbiano gridato al disastro ecologico…
Parrebbe che tutti abbiano chiesto a gran voce che i colpevoli fossero identificati… e che fosse fatto qualsiasi sforzo per salvaguardare le acque del Po…
Di me ci si è preoccupati marginalmente… anzi, visto che il depuratore di Monza ne è uscito danneggiato, è stato deciso che gli scarichi di quasi 800mila persone venissero immessi direttamente nel mio corso… tanto oramai le mie acque erano già maleodoranti…
Eppure…
Eppure un tempo non era così.
Ricordo ancora quando le mie acque erano limpide… non sto scherzando… credetemi…
Ricordo giornate di sole in cui intere famiglie venivano sulle mie rive a rilassarsi e a rinfrescarsi.
I padri e gli anziani si dedicavano alla pesca di lucci, storioni, carpe, tinche, alborelle, scardole, bottatrici, anguille, pesci persici, triotti, cavedani, vaironi e tante altre specie.
I giovani si tuffavano nelle mie limpide acque oppure si sdraiavano sulle mie rive a chiacchierare e a prendere il sole.
Le mogli e le madri invece, il più delle volte, si limitavano, aiutate dalle bimbe che volevano assomigliare loro, a fare il bucato…
Sì, avete capito bene… a fare il bucato… si narrava, infatti, che nelle mie acque pure i panni tornassero splendenti.
Quanto tempo è passato da allora. Sembra un’eternità, ma non è così.
E’ solo verso la fine della guerra che tutto ha iniziato a cambiare.
Non rammento il perché ma d’un tratto ho perso la mia dignità… sono stato scambiato per una fogna!
Tutti hanno iniziato a versare nelle mie acque ciò che dava loro fastidio… Le fabbriche i residui delle varie lavorazioni ed i privati rifiuti vari ed escrementi, non consci che tutto comunque si sarebbe ripercosso su di loro e sulle loro generazioni.
Inizialmente confidavo in un loro ravvedimento, ma alla fine mi sono rassegnato…
Le mie acque hanno iniziato a scurirsi, ad emanare il classico odore di fogna… odore che provoca nausea e malessere a chi respira.
La fauna ittica, a causa delle varie sostanze disciolte, ha iniziato a diminuire drasticamente… sembra addirittura ci siano anche state notizie di malformazioni in alcuni esemplari.
Ed io ho iniziato lentamente a morire…
Guardavo verso l’alto e vedevo passare persone che mi ignoravano, o peggio… sembrava desiderassero che non esistessi.
Gli unici che sembravano interessati a me erano i bambini che sentivo (come li sento tuttora) fare domande ai loro genitori.
Li sentivo chiedere come era possibile che quel ruscello che molti di loro avevano visto con i propri occhi nascere a mille metri di altitudine potesse trasformarsi in una cloaca a cielo aperto.
Sentivo i genitori tentennare ed alla fine, parafrasando un celebre verso della Divina Commedia, li sentivo dire “Non ti curar di Lui, ma guarda e passa”.
Poi, man mano che il tempo passava e forse grazie anche all’aiuto di quei bambini oramai diventati adulti, la situazione sembrava migliorare…
Anche se l’aspetto delle mie acque sembrava non essere mutato, alcune forme di vita avevano iniziato a farvi ritorno… ma ecco arrivare la marea nera che bruscamente mi riporta indietro di decenni…
Ora sembra che tutti siano più consapevoli dei danni che questo scempio può provocare.
Ora sono tutti pronti a impegnarsi per evitare che altre azioni simili possano accadere nuovamente.
Sembra addirittura che vogliano far diventare il 23 febbraio
LA GIORNATA DEL FIUME PULITO.
Bellissima iniziativa, non posso che approvarla. però…e qui mi rivolgo ai più giovani… non commettete gli errori dei vostri padri, non ricordatevi di me solo in quel giorno, quale caro estinto, ma imponetevi di ricordarmi 365 giorni all’anno quale compagno di vita.
Iniziate a trattare me con più rispetto in modo da poter trattare voi stessi con più rispetto.
Il Lamber di Carlo Oriani
L’articolo è pubblicato su “Il Melegnanese” del 13 marzo 2010